Con il DPR 80/2013 entra nel vivo il sistema di valutazione: nella specie entro il mese di luglio le scuole dovranno predisporre il Rapporto di Autovalutazione, il cosiddetto RAV.
Tale strumento mira a classificare le scuole differenziandone le risorse oltre a farne un elemento di valutazione del personale, con conseguenti ricadute sulle retribuzioni individuali.
Come al solito, però, mancano i basilari principi di trasparenza, di condivisione, di partecipazione, di inclusività e di coerenza.
Nessuno è contrario alla valutazione delle scuole e del personale, ma ribadiamo che la valutazione degli apprendimenti debba rimanere una competenza specifica dei docenti e rivendichiamo che il valore professionale debba essere individuato tramite lo strumento contrattuale.
Il RAV sta già dimostrando le sue criticità, in quanto è visto come un semplice adempimento burocratico e non come uno strumento di condivisione di tutti gli stakeholders: abbiamo contezza di scuole in cui un paio di docenti incaricati al RAV si occupano della compilazione, improvvisando percentuali, dati e peculiarità utili solo ad adempiere a questo pseudo obbligo.
Da questo processo, che non è un obbligo in quanto non previsto nè da una legge nè da una direttiva, oltre a non essere strumento trasparente e partecipato, dovrebbe partire la valutazione di una scuola e dei docenti?
Abbiamo seri dubbi!!!
Certezza, però, la dà l’art 31 comma 2 del CCNL che ben individua delle specifiche risorse delle scuole destinate alla valutazione oltre all’individuazione di una specifica contrattazione integrativa nazionale per ben delineare la questione.
Di conseguenza, in mancanza di finanziamenti dedicati sarà impensabile mettere a carico di un già provato FIS, il pagamento di questo lavoro aggiuntivo.
Lo SNALS, quindi, ha chiesto formalmente che sia attivata una contrattazione integrativa nazionale ed in mancanza sarà costretto a dover intraprendere delle specifiche iniziative utili e a garanzia del principio della trasparenza e serietà del sistema scolastico.