Sommario:

–     Graduatorie di istituto personale docente ed educativo. DDG 6 luglio 2015 n. 680. Apertura funzioni POLIS per la scelta delle sedi (mod B). Presentazione del modello B1 per i Licei musicali e coreutici

–     Abilitati esclusi dal piano straordinario di assunzione (DDG 767/15): Ricorso Tar Lazio – Nota ULN Presentazione azione n. 82

–     Sistema nazionale di valutazione

–     M.P. Nigi: “Insegnare non è solo un lavoro. L’importanza di tenere allenata la mente” – Articolo su Italia Oggi 

 

 

 

 

*      GRADUATORIE DI ISTITUTO PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO. DDG 6 LUGLIO 2015 N. 680. APERTURA FUNZIONI POLIS PER LA SCELTA DELLE SEDI (MOD B). PRESENTAZIONE DEL MODELLO B1 PER I LICEI MUSICALI E COREUTICI

Il MIUR, con la nota 31060 del 25.9.2015, comunica l’apertura delle funzioni Polis, dal 25 settembre fino alle ore 14,00 del 14 ottobre 2015, per la scelta delle sedi per il conferimento delle supplenze al personale docente ed educativo.

Inoltre comunica che sempre entro le h.14,00 del 14/10 p.v., va compilato e presentato il modello B/1 nei Licei Musicali e coreutici.

La nota era stata firmata già lo scorso venerdì, quando vi avevamo informato nel notiziario sindacale n. 160 ma non era stata protocollata; pertanto, provvediamo ad inserirla – assieme ai relativi allegati – in area riservata.

 

 

 

*      ABILITATI ESCLUSI DAL PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONE (DDG 767/15): RICORSO TAR LAZIO – NOTA ULN PRESENTAZIONE AZIONE N. 82

L’Ufficio Legale Nazionale, con nota del 24 settembre 2015, prot. 150/MPN/RB/UL, avente per oggetto: “AZIONE N. 82 – Ricorso Tar Lazio abilitati esclusi dal piano straordinario di assunzione di cui al D.D.G. 767/15”, comunica che, in base al D.D.G. 767/2015, relativo al piano straordinario di assunzione del personale docente (previsto dalla legge n. 107/15 “Decreto Buona scuola”, art. 1, commi 95 e segg.), possono partecipare al piano straordinario di assunzioni solo coloro che sono inseriti a pieno titolo nelle GAE ovvero nelle graduatorie di merito dell’ultimo concorso.

Sono stati, invece, esclusi tutti i docenti che, pur essendo in possesso di un’abilitazione all’insegnamento (TFA, PAS, Diploma magistrale abilitante, laureati in scienze della formazione primaria), non risultano inseriti nelle Gae, o nelle graduatorie di merito del concorso, o che vi risultino inseriti con riserva.

Pertanto, coloro che sono in possesso di abilitazione all’insegnamento e non sono inseriti nella GAE possono partecipare al ricorso (ma non coloro che vi siano inseriti con riserva).

Il ricorso dovrà essere presentato dinanzi al Tar del Lazio entro il termine perentorio di 60 giorni dalla pubblicazione del DDG 767/15, avvenuta lo scorso 21.7 (dall’1 al 31 agosto il termine è sospeso).

 

 

Pertanto, considerati i tempi ristretti per la predisposizione e notifica del ricorso, il termine ultimo per la raccolta delle adesioni è fissato –improrogabilmente – al 9 ottobre 2015.

Inseriamo in area riservata, allegato al presente notiziario e nella sezione Documenti/Azioni legali, la nota dell’ULN e la Scheda di adesione, la Procura alle liti e l’Istanza di fissazione udienza.

 

 

 

*    SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE

Il MIUR ha pubblicato il decreto n. 937 che promuove l’implementazione del sistema nazionale di valutazione, con particolare riferimento alla progettazione ed attuazione dei piani di miglioramento e alla formazione del personale.

Inseriamo in area riservata il suddetto decreto.

 

 

 

*      M.P. NIGI: “INSEGNARE NON È SOLO UN LAVORO. L’IMPORTANZA DI TENERE ALLENATA LA MENTE” – ARTICOLO SU ITALIA OGGI 7

Trascriviamo l’articolo/intervista pubblicato da ITALIA OGGI Sette dell’edizione odierna. L’articolo originale lo trovate inserito nella nostra rassegna stampa inserita in area riservata:

 

Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal. L’importanza di tenere allenata la mente

INSEGNARE NON È SOLO UN LAVORO

Applicazione, ottimismo e costante voglia di confrontarsi per trovare soluzioni Questi gli elementi validi per affrontare qualsiasi tipo di sfida nella vita

di BEATRICE MIGLIORINI

Spesso si sente dire che l’insegnamento non è una professione: è, più che altro, una vocazione. Quando si tratta di dare concretezza a questo concetto, però, altrettanto spesso è difficile riuscirci. Ma ci sono sempre le eccezioni che confermano la regola. Ed è questo il caso di Marco Paolo Nigi, classe 1944, segretario generale dello Snals-Confsal (Sindacato autonomo della scuola) e segretario generale della Confsal (la Confederazione generale dei sindacati autonomi), che con parole semplici e chiare ha spiegato a ItaliaOggi Sette che «quando una persona ha fatto l’insegnante, resta insegnante per sempre». Poche parole per esprimere un concetto così importante. Già, perché quando si parla di insegnamento, è facile perdere l’orientamento e cadere preda dei luoghi comuni. «Insegnare, trasmettere ai ragazzi non è solo un mestiere a ore», ha raccontato Nigi, «ma è una questione di metodo, di applicazione, di una continua ricerca del modo giusto di comunicare e trasmette conoscenze e allenare al ragionamento. Uno sforzo continuo che fornisce un metodo di applicazione da riportare nella vita». Una realtà difficile da abbandonare, soprattutto per una persona nata e cresciuta con la vocazione dell’insegnamento. «Ho sempre pensato», ha raccontato Nigi, «che la realtà scolastica fosse quanto di più affine alla mia indole potessi trovare. L’idea di dare uno scopo a quello che facevo, l’idea di sapere che il mio non era solo un modo per avere uno stipendio ma che quello che facevo poteva essere in qualche modo di aiuto agli altri è sempre stato motivo di forte attrazione per me. Io sono cresciuto con l’idea», ha precisato il numero della Confsal, «che quelle che avrei potuto fare insegnando si sarebbe essenzialmente concretizzato in un contributo di speranza, crescita e qualità per il prossimo. Un modo per combattere la mediocrità». Una realtà difficile da trovare altrove ma che anche in questo caso ha visto la riuscita di Nigi. «Quando ho lasciato l’insegnamento per dedicarmi all’attività sindacale, non è stata una scelta facile, ma l’aver ritrovato all’interno dell’organizzazione un ambiente molto simile e soprattutto un modo per portare avanti quello in cui credevo mi ha permesso negli anni di proseguire con l’attività sindacale». E a giocare un ruolo importante, anche un aspetto caratteriale del numero uno della Confsal: «Quando si porta avanti l’attività sindacale bisogna essere ottimisti per forza. E in questo mi sono ritrovato. Ma a permettermi di fare quello in cui credevo è stata anche la consapevolezza di non essere solo». Sposato, padre di due figli e nonno di nipoti che, per sua stessa ammissione, vede troppo poco a causa del lavoro, nel percorso di Nigi la comunità e la famiglia hanno rivestito un ruolo importante. «Avere la fortuna, negli anni, di poter interagire con le persone, di crearsi dei veri amici, di portare avanti un progetto di vita ampio che comportasse un costante confronto con il prossimo mi hanno permesso di superare più di un ostacolo. Ecco perché», ha precisato Nigi, «quando posso e il lavoro me lo permette, mi dedico con piacere ai miei affetti». Prima in Snals, poi in Confsal, tra gli obiettivi c’è sempre stato quello di voler trasmettere un’idea di scuola come caposaldo della società, come un’istituzione fondamentale che deve recuperare il proprio valore e il proprio ruolo. E, di conseguenza, fare in modo che anche chi la scuola la fa vivere, gli insegnanti, torni ad avere ruolo che gli spetta all’interno della società. Una battaglia tutt’altro che conclusa. Ecco, perché, è difficile immaginare Nigi alle prese con del tempo libero. «Se mai, però, ne dovessi trovare un po’», ha raccontato, «mi piacerebbe viaggiare fuori dall’Europa per capire e conoscere società diverse dalle nostre, anche da un punto di vista economico e lavorativo». Al momento, però, non se ne parla. C’è ancora tanto lavoro da fare, per la scuola, per gli insegnanti e per i ragazzi. Perché è anche e soprattutto a loro che si deve pensare ed è a loro che va restituita la speranza». Ecco, quindi, che se potesse dare un consiglio ai giovani che affrontano il percorso scolastico, l’indicazione è solo una: «lavorare per ritrovare il valore della conquista del sapere, dell’applicazione e di un metodo che permetta di affrontare la vita fuori dai banchi di scuola».

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