Sommario:
– Notizie relative alla legge “La Buona Scuola”
– Organico di fatto personale docente
– Organico di diritto personale ATA
– Avviso del gestore per rinviare l’apertura delle istanze on line per la comunicazione del titolo di sostegno
– Estero. Decreto rettifica graduatorie
– La grave questione della scarsa qualità delle riforme strutturali – Editoriale del Segretario generale della Confsal, M.P.Nigi
* NOTIZIE RELATIVE ALLA LEGGE “LA BUONA SCUOLA”
Confermiamo le indiscrezioni di stampa che danno notizia che il Presidente della Repubblica ha controfirmato la legge che, quindi, diventa, ai sensi dell’ultimo comma, il 212, operante dal giorno successivo alla sua pubblicazione sulla G.U..
La pubblicazione dovrebbe probabilmente avvenire nella giornata di mercoledì 15 c.m..
Ci risulta che l’Amministrazione voglia accelerare al massimo le operazioni relative alle nomine in ruolo, in modo da espletare le due fasi a) e b) del comma 98 entro il 15 di settembre. E’, quindi, probabile che l’avviso previsto dal comma 103 della legge sia pubblicato sulla G.U. entro termini molto stretti.
Vi daremo notizie più puntuali non appena ne saremo in possesso.
Inseriamo in area riservata, ad integrazione del contributo alla lettura della legge fornitovi con notiziario n° 115 del 7 c.m., quello relativo alla parte dell’alternanza scuola lavoro.
* ORGANICO DI FATTO PERSONALE DOCENTE
A seguito di pressanti interventi del nostro sindacato, anche a seguito delle richieste dei nostri segretari regionali e provinciali, vi possiamo confermare che il MIUR autorizzerà una integrazione della consistenza prevista attualmente per l’organico di fatto in presenza e in relazione a motivate richieste dei direttori regionali. Non è stata, però, ancora esattamente quantificata la consistenza dell’integrazione per le diverse regioni che ne hanno fatto richiesta.
Vi terremo informati dell’evolversi della situazione
* ORGANICO DI DIRITTO PERSONALE ATA
A causa di disguidi legati ai trasporti che non hanno consentito al sottosegretario, Davide Faraone, di essere al MIUR nella mattinata, l’incontro previsto per le ore 12 è stato rinviato al tardo pomeriggio ed è tuttora in corso.
Ci riserviamo di inviarvi, già nella mattinata di domani per e-mail le risposte che ci verranno date che pubblicheremo anche in sintesi sul sito del sindacato.
Ovviamente, vi forniremo una relazione più dettagliata della riunione con il notiziario di domani.
* AVVISO DEL GESTORE PER RINVIARE L’APERTURA DELLE ISTANZE ON LINE PER LA COMUNICAZIONE DEL TITOLO DI SOSTEGNO
Vi comunichiamo che, sul sito del Miur – Istanze on line –, è stato pubblicato un avviso per spostare, dal 13 luglio, a data da destinarsi, l’apertura dell’istanza POLIS per la comunicazione del titolo di specializzazione sul sostegno.
Pubblichiamo di seguito, integralmente, l’avviso del gestore:
“Avvisi del gestore
11/07/2015
D.D.G. 680 del 6 luglio 2015
Si rende noto che l’apertura dell’istanza polis per comunicare il titolo di specializzazione su sostegno di cui all’art. 3 comma 2 del decreto in oggetto, prevista per il prossimo 13 luglio, è stata posticipata. Con successiva comunicazione sarà resa nota la nuova data di apertura.”
* ESTERO. DECRETO RETTIFICA GRADUATORIE
La Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese ha trasmesso il decreto n. 3958 del 13/7/2015 che apporta le rettifiche alle graduatorie di cui al Decreto MAE n. 4055/13 e successive rettifiche e al Decreto MAE n.4944/13 e successive rettifiche.
Il Decreto di rettifica alle graduatorie e il relativo allegato, pubblicati sul sito internet del Ministero degli Affari Estero e della Cooperazione Internazionale, sono inseriti in internet e in area riservata.
* LA GRAVE QUESTIONE DELLA SCARSA QUALITÀ DELLE RIFORME STRUTTURALI – EDITORIALE DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CONFSAL, M.P.NIGI
Si riporta, di seguito, il testo dell’editoriale del Segretario Generale della Confsal, Marco Paolo Nigi, che verrà pubblicato sul prossimo numero dell’organo di stampa della nostra Confederazione: “Confsal, Società, Cultura, Lavoro”.
Azione politica del Governo
LA GRAVE QUESTIONE DELLA SCARSA QUALITA’ DELLE RIFORME STRUTTURALI
Le nuove frontiere del confronto politico e sociale: iniquità, dubbia costituzionalità e inevitabile contenzioso
di Marco Paolo Nigi
A metà giugno, in merito alle leggi di riforma, indicammo a Governo e Parlamento la questione centrale dell’equità sociale e della legittimità costituzionale, nonché denunciammo il discutibile metodo relazionale fra massime istituzioni e corpi intermedi, rivelatosi nei fatti scarsamente democratico e proficuo. Inoltre, sostenemmo e argomentammo come le politiche dell’eccessiva austerità dell’Eurozona e l’incapacità degli ultimi governi della Repubblica di percorrere, in materia di finanza pubblica, la strada indicata dalla Confsal, costituita da una seria lotta all’evasione fiscale e un forte contrasto al lavoro sommerso per aumentare l’entrata tributaria e contributiva, nonché da una spending review autentica, mirata e giusta, con l’eliminazione degli insostenibili sprechi per ridurre la spesa improduttiva. Avevamo, però, sottolineato l’importanza sociale della salvaguardia dell’erogazione dei servizi pubblici primari e dell’obiettivo politico di un welfare di livello Eurozona. Avevamo, ancora, sollevato con forza l’anomalia italiana della immane diffusa corruzione, con la conseguente distruzione di risorse finanziarie pubbliche,
che potevano essere indirizzate a sostegno di eque politiche sociali a favore dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati.
In sintesi, avevamo chiamato il Governo Renzi all’impegno in funzione di una marcata discontinuità nelle politiche per lo sviluppo e per l’occupazione e nelle politiche di finanza pubblica.
Avevamo, tra l’altro, proposto una modifica alla Legge “Fornero” con l’eliminazione di evidenti e penalizzanti iniquità e con l’introduzione di una flessibilità finanziariamente sostenibile e di fatto usufruibile, evitando la previsione di forti penalizzazioni per i pensionandi.
Avevamo evidenziato con forza la “dubbia costituzionalità” della normativa riguardante la deindicizzazione delle pensioni e il blocco quinquennale dei rinnovi contrattuali del pubblico impiego.
In questi ultimi giorni, siamo stati fortemente impegnati in sede di audizione nelle competenti commissioni parlamentari sulla legge di riforma della scuola, tenendo costantemente presente il dettato costituzionale sulla libertà di insegnamento, e sulla riforma della pubblica amministrazione a favore della difesa dell’autonomia e della imparzialità della funzione amministrativa e contro la deleteria invadenza della politica per una sufficiente e puntuale erogazione di primari servizi di qualità.
Anche in queste occasioni la Confsal ha denunciato, oltre alle criticità e alle illogicità normative, l’iniquità e la dubbia costituzionalità di alcune norme.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 70/2015, già un mese fa, si era espressa dichiarando l’illegittimità costituzionale di alcune norme in materia di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici.
Recentemente, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del blocco della contrattazione collettiva nel pubblico impiego, affermando così un fondamentale principio di civiltà giuridica a tutela dei lavoratori.
La sentenza, a decorrere dalla sua pubblicazione che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, dispiegherà soprattutto due effetti: l’inammissibilità del perdurare del blocco della contrattazione collettiva e l’illegittimità del diniego al sindacato di rappresentare i diritti e gli interessi normativi e economici dei pubblici dipendenti. E’ evidente che si tratta di una sentenza “storica” che segna una grande vittoria dei lavoratori e una chiara affermazione della Confsal, che ha sollevato la questione davanti alla Corte Costituzionale.
La Confsal, con le sue Federazioni interessate, una volta preso atto del testo della sentenza, chiederà al Governo la puntuale attuazione della stessa, consistente nell’apertura in tempi brevi del negoziato per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti e l’adeguata copertura finanziaria nella legge di stabilità 2016.
E’ di oggi l’approvazione da parte della Camera dei Deputati del Disegno di Legge, di iniziativa governativa, riguardante la riforma della scuola.
La riforma potrebbe aprire un enorme contenzioso sul fronte della soluzione parziale, iniqua e penalizzante del precariato e su quello della dubbia costituzionalità di alcune norme riguardanti la libertà di insegnamento del docente in relazione alla previsione dei nuovi poteri del dirigente scolastico e alla drastica riduzione della collegialità in regime di autonomia in materia pedagogico-didattica e delle competenze proprie delle RSU.
A questo punto, non possiamo più sottrarci ad una amara e preoccupante constatazione: esiste una Costituzione in parte disattesa, sia nella normativa primaria vigente che in relazione alle autentiche intenzioni dei padri fondatori.
Pertanto, la Corte Costituzionale prevedibilmente nell’immediato prossimo futuro, dovrà esprimersi ancora sulla costituzionalità di molte norme, se si continua, come si è fatto finora, a legiferare senza valutare approfonditamente la costituzionalità delle previsioni di legge, e, purtroppo, a promulgare le leggi secondo la discutibile prassi del “totale rispetto” del testo approvato dal Parlamento.
Il Governo Renzi e la maggioranza parlamentare che lo sostiene, in questi ultimi giorni, hanno “vantato” il merito di aver varato importanti riforme, quale il Jobs Act e la Riforma della scuola, non tenendo conto evidentemente che la vera questione da risolvere non è quella di fare “una riforma”, chiamandola “buona”, ma quella di modificare “in meglio“ una condizione e una situazione esistente.
A nostro avviso, la “cieca” corsa del Governo Renzi ad attribuirsi il merito riformistico, anche nei confronti della governance dell’Eurozona, sta aprendo una nuova frontiera di iniquità e di dubbia costituzionalità delle leggi, oltre che di largo e preoccupante dissenso politico e sociale.
E’ evidente che i provvedimenti di legge del governo Renzi, approvati dall’attuale Parlamento, stanno segnando il passaggio da una grave inerzia e sterilità riformistica ad una altrettanto grave situazione causata da un dannoso attivismo riformistico con la produzione di riforme di scarsa qualità e di dubbia costituzionalità.
A nostro avviso, si tratta di un passo indietro di cui il Paese non aveva e non ha proprio bisogno.