ITALIA OGGI, nell’edizione del 7 aprile 2015, ha pubblicato le considerazioni dello SNALS-Confsal, nella voce del Segretario Generale, prof. Marco Paolo Nigi, sul ddl “la Buona Scuola”. Riportiamo di seguito l’articolo:
LA CONCORRENZA E’ BUONA COSA MA NON PUÒ SCADERE NELLA CONFLITTUALITÀ TRA CHI LAVORA
Se il dirigente sceglierà i prof, sarà gara a chi gli è più simpatico
di MARCO PAOLO NIGI
SEGRETARIO SNALS-CONFSAL
E’ possibile che il ddl la Buona Scuola, così com’è, porti a , una scuola pervasa da scontento e da tensioni, interne ed esterne. Oltre a non pochi aspetti di possibile incostituzionalità, il testo presenta così tante invasioni di campo sul piano contrattuale da creare parecchia conflittualità all’interno del singolo istituto e tra diverse istituzioni scolastiche.
Togliendo la titolarità d’istituto ai docenti e conferendo al dirigente scolastico la facoltà di scegliere il corpo insegnanti da un albo territoriale e da altre scuole, il ddl farà saltare proprio quella continuità didattica che dice di voler garantire. Innescherà la corsa dei docenti a “essere simpatici al dirigente” per venir confermati o per entrare nella scuola ambita. Aumenterà la conflittualità tra le scuole per accaparrarsi l’insegnante di grido (per bravura, serietà o per larghezza di giudizi, chissà!). Scomparirà ogni oggettività nell’assegnazione del personale docente alle scuole. La concorrenza è cosa buona ma per non degenerare in conflitto ha bisogno di regole certe, di norme condivise e di responsabilità ripartite, quindi di un contratto.
Un dato è incontrovertibile: da ben 6/8 anni non viene rinnovato il contratto dei lavoratori della scuola (l’ultimo riguarda il biennio economico 2006/2008) con una perdita di stipendio di almeno il 15%. Voci accreditate parlano del 2018. Non solo lo stipendio dei lavoratori è bloccato ma il governo diserta il campo del confronto sul terreno contrattuale, preferendo la decretazione o il ricorso alle deleghe.
Secondo noi, la prima cosa che il governo dovrebbe fare è avviare una nuova sessione contrattuale. Subito dopo dovrebbe eliminare dal testo del ddl tutti gli aspetti che vanno regolati da un corretto rapporto contrattuale e che qui, invece, sono oggetto di invasioni di campo governative, vedi gli obblighi di servizio o la mancata possibilità di ripetere il periodo di prova. Solo così si potrà rimettere ordine, in sede negoziale, a una disciplina dissestata dai numerosi e disorganici provvedimenti legislativi avvenuti su materie contrattuali. Si potranno inoltre prevedere e bilanciare i diritti e i doveri del personale contestualmente a una ridefinizione del trattamento economico.
Ora, pur sapendo che sono numerosi gli interventi di cui la scuola ha urgenza, resta la nostra preoccupazione – nata anche dall’inserimento nella legge della dizione “i regolamenti, i decreti e gli atti attuativi delle presente legge sono adottati in assenza del parere dell’organo consultivo nazionale della scuola” – per il numero eccessivo di deleghe al governo, anche su temi molto delicati, come valutazione, riordino degli organi collegiali, disabilità, testo unico, innovazione, infanzia 0-6, ridefinizione della disciplina e modalità di assunzione a tempo indeterminato, revisione delle classi di concorso e altro ancora.